SAN GALGANO

Nella natura incontaminata delle colline senesi il cavaliere medievale Galgano Guidotti fa erigere una cappella per trascorrere da eremita gli ultimi anni della sua vita. Anni dopo, Galgano viene santificato e alcuni monaci cistercensi innalzano in suo onore una chiesa ispirata alle forme gotiche francesi. La struttura inizia a deperire fino a che un fulmine colpisce il campanile, facendone crollare il tetto. I monaci scelgono di non ricostruire la copertura, facendo assumere al luogo di culto quelle fattezze sconcertanti e un po’ enigmatiche che scopriamo incontrandoci con l’accompagnatore al punto di partenza rilasciato in fase d’iscrizione, e muovendoci verso la Toscana per fermarci proprio alle porte della Maremma presso il piccolo paese di Chiusdino. Qui si trova l’abbazia e una visita guidata ci consente di coglierne l’originario splendore: i muri, sui quali spiccano ancora frammenti di decorazione, sono aperti da monofore e bifore ogivali da cui penetra la luce che mescolandosi ai colori crea un’atmosfera sospesa nel tempo. Il pavimento è ricoperto da un prato verde, lo spazio è enorme e diviso in tre navate, di cui le laterali conservano il soffitto, mentre la centrale risplende priva delle volte gotiche crollate. Non usciamo dall’abbazia se non dopo aver scovato il volto nascosto del mastro scarpellino Ugolino di Maffeo, passiamo per il chiostro e l’aula capitolare e ci dirigiamo al vicino eremo di Montesiepi dove, tra bellissimi affreschi e un fascino misterioso, è posto un masso con l’elsa di una spada conficcata nel mezzo. La storia vuole che Galgano decide di convertirsi alla religione cristiana e, come voto, conficca la sua lama nella roccia per trasformarla in una croce. Evidenti somiglianze fanno pensare a una sovrapposizione tra la storia di Galgano e il mito di Artù, con tanto di tavola rotonda. E mentre Montesiepi ci riporta al mito arturiano, la grande abbazia pare celare, sepolto sotto le sue geometrie sacre, il santo Graal, il calice usato da Gesù Cristo nell’ultima cena o la coppa usata dalla Maddalena per raccogliere il sangue di Gesù. Lasciamo questi luoghi carichi di mistero per spostarci a Massa Marittima, borgo delle colline metallifere. Dopo il pranzo libero, seguiamo un itinerario guidato nel cuore protetto dalle mura antiche che muove da piazza Garibaldi, dal perimetro irregolare che sembra cambiare forma in accordo al punto di vista: un inganno dei sensi e una sola certezza, quella di innamorarsene. Quinte scenografiche sono il palazzo del Podestà, il palazzo comunale e la cattedrale di San Cerbone. Proprio di fronte ai gradoni della cattedrale si stagliano le fonti dell’Abbondanza che custodiscono un celebre affresco medioevale che raffigura una singolare pianta rigogliosa con dei frutti parecchio inconsueti. In tempo utile, rieccoci in bus per raggiungere in serata i nostri luoghi di destinazione.